martedì 16 dicembre 2008

Riflessione: il formatore con l'Anima


Molte volte penso a come un formatore venga visto dall'esterno, cioè come venga vissuto questo contatto da parte dell'aula.

Credo che di veri formatori ce ne siano pochi; con questo non voglio dire la solita banale frase ma credo che l'arte di essere formatore sia veramente frutto di tanta esperienza. Non esiste sicuramente una ricetta, che punto per punto spiega come condurre e interessare l'aula; esiste invece per me "un'anima" del formatore, una spinta interiore che aiuta il formatore stesso a coquistare la Sua aula quasi in modo naturale.

Voi che ne pensate?

4 commenti:

Konrad ha detto...

Io credo che la tua affertmazione sia condivisibile per quel che concerne il fatto che non esiste una ricetta valida per tutto e sempre (una sorta di taylorismo formativo) e che il formatore deve lavorare con la propria Anima per far sì che si avvi un buon processo formativo, certo non può farlo con la prorpia esperienza e basta perchè sarebbe un formatore burocratizzato (lasciami passare questo termine), senza anima appunto. Ora quello che mi pare di trovare stonato è che sia necessaria "tanta" esperienza... Mi pare stonato perchè mi sembra ancorato ad una visione del formatore non come di facilitatore ( ti ricordi la cerniera di DI NUbila?)del processo formativo ma direttore del processo formativo. Cosa dici? Ho esagerato? mi vuoi bene ancora?

chicca53 ha detto...

Forse un po' esagerato sì caro Konrad.
Sviluppare il ruolo del facilitatore nel processo formativo non è così semplice e scontato. Le dinamiche che si sviluppano in un'aula durante un momento formativo sono le più svariate e soltano grazie ad un elevato bagaglio esperienziale si possono sviluppare interazioni efficaci che permettano di essere figura di accompagnamento al gruppo nella propria costruzione di identità e realizzazione dell'obiettivo formativo. Altrimenti se, anche se ci si lascia trasportare dall'"onda" senza avere "il polso" della situazione si rischia di innescare un'atmosfera di incertezza e di difficile pragmaticità.
D'altronde la metafora del direttore d'orchestra è in sintonia con quando affermato: un concerto ben realizzato per realizzare un evento musicale piacevole ed efficace abbisogna di tante prove e ... di tanta "umiltà" nonchè di creatività e di spirito di squadra.
Saluti.
Chicca53

marci ha detto...

sono pienamente d'accordo con quanto detto da Michela.. Essere un formatore non è un mestiere che si può "imparare solo sui libri" , è il frutto della propria personalità, del proprio temperamento , del proprio vissuto che spinge il soggetto ad una predispozione naturale verso l'altro.

Michela ha detto...

Ma l'esperienza che intendo io è quella che ti da "polso" per affrontare quelle situazioni da panico che ti si presentano in aula.
Certo, facilitatore e non direttore, ma credo che comunque il formatore debba anche svolgere quel ruolo di vigile che fa rispettare le regole.
Tutto questo perchè penso che "perdere" l'aula sia molto facile...e molto difficile recuperarla; quindi credo che con l'esprienza certi passi falsi non si facciano più.
E...si ti voglio ancora bene dai...